Incontro gli Yuppie Flu nella seconda giornata del Basilicata Music net live at Potenza il 20 luglio 2005. Dopo l'emozionante esibizione mi avvicino a Matteo, front-man della band di Ancona e molto gentilmente mi fa entrare nel back-stage dove mi offre una birra ghiacciata, che con quella temperatura non si disdegna mai.
MP: Da dov'è nata l'esigenza di fondare la casa discografica Homesleep? L'unico fine era quello di trovare un valido supporto per il progetto Yuppie Flu?
Matteo: In un certo senso si. Nel 1994 noi uscivamo con la Gamma Audioworks, poi siam passati all'autoproduzione, poi siamo transitati nella scuderia della Burt Records, fino ad arrivare al 2000. Anno di nascita dell'etichetta Homesleep da parte mia e di altre persone, le quali erano a capo di piccole etichette, tra cui la Midwested.
MP: Quanto ha contato e conta "Days Before the Day" per gli Yuppie Flu che vi ha portati di fronte a grandi platee ed al successo?
Matteo: Noi dobbiamo molto a "Days before the day" perché ci ha donato tutto ciò che desideravamo:la popolarità, la possibilità di suonare in posti che sognavamo quando abbiamo cominciato e, per di più, è stato un disco apprezzato da pubblico e critica. Noi non potevamo nemmeno immaginare tutto ciò.
MP: Una costante degli Yuppie Flu è il costante cambio di sound da disco a disco, come mai? Non pensi che un unico sound vi possa far riconoscere e conoscere al grande pubblico? In "Toast masters" nonostante la dipartita di un chitarrista, avete fatto un disco più "chitarristico", perché?
Matteo: Per noi ogni album deve essere diverso, dobbiamo cercare di fare qualcosa che possa aggiungersi al nostro bagaglio musicale. Sentiamo, non appena ci mettiamo nello studio, l'esigenza di creare qualcosa che si possa differenziare da tutto ciò che abbiamo fatto prima. Per "Toast masters", nonostante la dipartita di un chitarrista, è venuto fuori questo sound un po' più rock con maggiore evidenza di chitarra. è un vero e proprio controsenso ma non so perché. Ritornando alla domanda che mi facevi prima, il prossimo disco sarà ancora diverso, cerchiamo di cambiare l'impronta ma il fulcro deve rimanere sempre quello. Ad esempio, come in un'orchestra dove cambiano solo gli orchestranti, ma il direttore d'orchestra rimane sempre lo stesso. Noi siamo così: siamo sempre le stesse persone ma cambiano gli arrangiamenti.
MP: Gli Yuppie Flu e l'elettronica,un rapporto tormentato.
Matteo: Noi amiamo molto diversificarci come ho detto prima. Non siamo dei fan di generi, ad esempio ci etichettano come "indie pop", ma noi non ascoltiamo solo indie pop. Certo ci piace, ma amiamo spaziare, dall'elettronica al rock, dal blues al jazz e così dicendo,facciamo sempre voli pindarici del genere. Non credo che tormentato sia un' aggettivo esatto, quello che maggiormente si confà è quello di altalenante.
MP: Il sound targato Yuppie Flu è influenzato principalmente da due gruppi molto conosciuti, Beatles e Pavement.
Matteo: Ti dirò sono due gruppi che amo alla follia. I Beatles li ho ascoltati sin da piccolo, i miei genitori avevano (o hanno? , ndR) diversi loro album ed io li ascoltavo fino alla noia. Il "White Album" oramai lo conosco a memoria. Avevano questa bravura e capacità di creare ritornelli così orecchiabili e melodie gradevoli. Sono stati davvero grandi e per un certo verso lo sono ancora. Per quanto riguarda i Pavement, ti dirò, sono la band che mi/ci ha più influenzato. Ho sempre amato Stephen Malkmus, ho i suoi dischi da solista e mi piacciono parecchio.
MP: In "Toast masters" è presente una traccia "Europe is different" che parla di politica. Il punto di vista della band?
Matteo: Negli ultimi due anni la realtà europea così tranquilla è stata scossa, dapprima con l'attacco in Spagna e adesso con l'attacco a Londra. La nuova generazione, la nostra, non ha mai conosciuto la guerra, non ha mai vissuto in un clima di tensione come questo. Abbiamo sentito l'esigenza di inserire questo tipo di tematica all'interno del nostro album. C'è bisogno che ognuno dica come la si pensa, e noi nel nostro piccolo ci abbiamo pensato. Non avremo mai audience da stadio, ma almeno i nostri fan sanno come la pensiamo. Il punto di vista è semplice: PACE.
MP: Un bilancio della vostra tournee, come mai al Sud siete così poco presenti. Poi mi parli delle sessions alla BBC e dell'aneddoto che vi riguarda con Thom Yorke?
Matteo: Diciamo che la tournee a supporto di "Toast masters" sta riscontrando diversi piccoli nostri successi. Aver suonato innanzi a folle oceaniche quali quella del Tora,Tora è stata una delle sensazioni più forti che abbia mai provato nella mia carriera da musicista. Beh,nel Sud mancano di certo i posti dove suonare, o se ci sono non vengono valorizzati, ma in estate siamo spessissimo presenti al Sud con date in giro per festival. Qui la gente è più ricettiva, ti sta a sentire e non poga o quant'altro, anzi ferma ed in silenzio cerca di percepire il messaggio che cerchi di mandargli. Poi, molti tendono ad aspettarti a fine concerto e a cercare di parlare con te di musica, di parlare di tutto. Noi Y.F. amiamo suonare nel Sud Italia e speriamo di farlo molto + spesso.
Per quanto riguarda le sessions alla BBC, ne abbiamo fatte due circa tre anni e mezzo fa, completamente in acustico. L'aneddoto che ci riguarda con Thom Yorke ci viene chiesto da molti. Il produttore della BBC ha mandato un paio di nostre canzoni al geniale front-man dei Radiohead, il quale ha apprezzato i nostri lavori e, dopo un po', lui in persona ha voluto i nostri dischi. Poi non abbiamo saputo più nulla.
MP: Avete già in mente delle coordinate per il prossimo nuovo lavoro? Sapete già la prossima direzione del marchio Yuppie Flu?
Matteo: In anteprima ti svelo che ho già incominciato a lavorare sui provini (chitarra e voce e/o piano e voce), credo che in linea generale se tutto fila liscio, entro fine 2005 torneremo in studio per registrare; di fissare date precise e darci delle scadenze non mi pare proprio il caso. Ancora devo lavorarci parecchio, sono allo stato primordiale e vanno aiutate a perfezionarsi. Speriamo di riuscire a soddisfare nuovamente le attese del nostro pubblico.
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