Nona prova in studio (se si escludono il Greatest Hits "Capitol Punishement" e l'interlocutoria raccolta "Hidden Treasures") per la band ex-Thrash Metal guidata dal chitarrista-cantante Dave Mustaine (ex-membro dei Metallica nella loro primissima incarnazione), alle prese con il tentativo di far dimenticare ai suoi fans le cocenti delusioni patite con le ultime due uscite rispondenti al nome di "Cryptic Writings" e "Risk".
Se potevamo definire scialbo il primo di questi due, anche per via di certi malumori in seno alla line-up (poi risoltisi in parte con l'abbandono del batterista Nick Menza), era senza ripensamenti da bocciare il secondo album, che fin dal titolo quantomai ideale definiva un lavoro orientato verso sonorità in contrasto con quello che fino ad allora era stato il passato assolutamente rispettabile del quartetto californiano. "Risk" era infatti un disco pensato per allargare il pubblico dei Megadeth proponendosi agli ascolatori di sonorità alternative e industriali, senza scontentare i vecchi fans del gruppo, desiderosi delle originali sfuriate Thrash Metal tipiche dei vecchi dischi.
Ne era risulatto un disco confuso che, complice la produzione inadeguata di Dan Huff (membro degli hard-rockers Giant), aveva finito per scontentare i die-hard fans e non era riuscito nell'intento prefissato di aumentare l'attenzione intorno al gruppo. Riassestata la formazione, che oltre al fido e sottovalutato bassista David Ellefson comprende ora il batterista Jimmy DeGrasso e l'axe-man Al Pitrelli (proveniente da esperienze di session man e dai sinfonic-classic-metal Savatage) in sostituzione del pur-ottimo Martin Friedman, e riassunto il comando in fase di produzione, Dave ci regala un disco sicuramente maturo e ben bilanciato.
A fianco di brani di sicuro impatto come la rocciosa "1000 times goodbye" e la più strutturata "Burning Bridges" dove emerge tutta la bravura di Al Pitrelli in veste di solista, troviamo track ancora una volta sperimentali come l'opener "Disconnected" o il singolo "Moto Psycho", giocato su giri di chitarra grezzi e molto groove a fianco di un cantato velenoso a cui Mustaine ci aveva abituato già dai tempi del primo LP "Killing Is My Business...". Menzione a parte va fatta per la quasi-ballad "Promises", in cui un inizio lento e cadenzato lascia il posto a un atmosfera resa incandescente dal cantato evocativo e dalla presenza di un orchestrazione di supporto alla musica del gruppo. Veramente un brano interessante e completo. Posta quasi in chiusura dell'album vi è un pezzo, "Return To Hangar", che ci dimostra la volontà di tornare ai bei tempi passati, e ai fasti artistici (ed economici) di album come "Rust in Peace" e "Peace Sells", veri e propri masterpiece di un epoca che vedeva i Megadeth contendersi la palma di migliore gruppo Thash Metal con band del calibro di Metallica, Slayer ed Anthrax.
Il cammino per i Megadeth sempra ancora lungo, "The World Needs A Hero" da buone speranze per un futuro ancora lungo e radioso.Che l'eroe di cui il mondo ha bisogno sia proprio Dave Mustaine?
MEGADETH 6/10
Hai trovato interessante l’articolo “MEGADETH”?
Se sei un appassionato di musica e musica digitale, Music Place è il sito che fa per te!
Puoi trovare news su eventi ed uscite discografiche, approfondimenti su artisti e band nonché tantissime risorse e programmi musicali gratuiti.
Che ne dici di dare un’occhiata? Scegli la categoria che più ti interessa, come ad esempio, la categoria Recensioni e non perdere i contenuti selezionati per te, scoprili subito.
Buona lettura!

Provenienza della fotografia freepik
Le fotografie appartengono ai rispettivi proprietari. Music place: la guida italiana alla musica digitale non rivendica alcuna paternità e proprietà ad esclusione di dove esplicitata.
Vi invitiamo a contattarci per richiederne la rimozione qualora autori.